L’albero di maggio, o del maggio, è un albero prelevato nel bosco e innalzato nei villaggi europei in occasione di Calendimaggio (festa stagionale che celebra il ritorno della primavera e che cade nei primi giorni del mese di cui porta il nome). Può essere rappresentato da fronde d’albero o da ghirlande di rami e fiori messe davanti l’uscio di casa; nei paesi ricchi di legname può essere un palo di legno decorato o un piccolo albero.
Viene comunque recato di porta in porta perché lo spirito della fertilità che lo abita possa donare abbondanza ad ogni famiglia, come residuo dell’antico culto degli alberi del continente.

Uno spirito benevolo. In primavera o al principio dell’estate (e perfino a ferragosto, a seconda della latitudine e del clima) esisteva in molte zone d’Europa l’usanza di andare nel bosco a tagliare un albero da portare poi al villaggio, dove veniva innalzato fra la felicità generale: lo scopo era rendere partecipe la comunità dei benefici che lo spirito dell’albero aveva il potere di elargire. Nelle processioni di primavera lo spirito arboreo era rappresentato dall’albero del maggio, ma a volte poteva essere anche un uomo o una ragazza rivestiti di foglie e fiori. Quest’usanza aveva un valore speciale: si riteneva che nel fogliame risiedesse l’invisibile dio dell’abbondanza e la processione lo portava in ogni casa perché ne benedicesse gli abitanti. Lo spirito antropomorfico viene indicato con diversi nomi (maggio, padre maggio, signora del maggio, regina del maggio) ad indicare la sua personificazione con la stagione stessa.

Raffigurazione antropomorfica dello spirito arboreo. Un’usanza molto diffusa nelle tradizioni popolari contadine d’Europa consiste nel rappresentare lo spirito arboreo a volte con una bambola o un fantoccio, a volte con una persona in carne ed ossa. Nel primo caso, una bambola riccamente vestita chiamata la signora del maggio, rappresenta l’estate, lo spirito della vegetazione che torna e si rinnova a primavera (albero e bambola sono considerati intercambiabili). Altrove, come nei Balcani e in Russia, il 23 aprile (oggi S. Giorgio) si festeggia/festeggiava il Verde Giorgio, un giovane vestito da capo a piedi di fronde di betulla che veniva immerso in un fiume o in uno stagno per assicurare che la pioggia rinverdisse d’estate campi e prati. Per alcune popolazioni di questa zona si tratta della festa più importante della primavera, celebrata nel giorno dell’onomastico del santo o nel lunedì di Pasqua. Il Primo Maggio si festeggia invece in Inghilterra Jack in the Green, una maschera portata in processione da una persona che indossa una struttura di legno o vimini ricoperta di foglie. Più vicino a noi, geograficamente e nel tempo, resistono la maschera carnevalesca alpina dell’Uomo selvatico e quella primaverile dell’Asparagiaia di Santena.

L’albero del maggio ieri, l’albero di Pasqua oggi. Il procedimento per cui le persone si assentano momentaneamente nel bosco alla fine dell’inverno per poi tornare e portare con sé uno spirito vitale sembra essere un altro aspetto della sconfitta della Morte: il maggio simboleggia lo spirito arboreo o della vegetazione, simbolo dell’Estate, effige resuscitata della Morte. L’albero di maggio è, secondo James Frazer, all’origine del gioco dell’albero della Cuccagna (palo che reca in punta doni e leccornie che i partecipanti cercano di ottenere scalandolo), mentre è sopravvissuta fino ai giorni nostri l’usanza, soprattutto tedesca, di decorare un vero e proprio albero di Pasqua in casa detto Ostereierbaum, utilizzando i rami ancora spogli degli alberi e simboli tipicamente pasquali e bene auguranti come uova colorate e addobbi in forma di coniglio.