Fonti zampillanti, mari, fiumi, laghi, geyser, oceani, cascate… l’acqua è misteriosa perché può assumere molte forme, ma contrappone anche allo sguardo una superficie riflettente che contemporaneamente nasconde ciò che si trova al di sotto. La valenza mitica di quest’elemento è vasto e antico e da sempre l’uomo ne ha fatto un doppio del nostro mondo, con la sua flora, la sua fauna e i suoi abitanti: nell’Antichità classica il mare era regno del dio Poseidone, mentre per i Germani era dimora della coppia divina Ægir e Ran, terribili esseri sottomarini che pescavano i naufraghi nella loro rete mortale. Le fonti erano poi sede delle ninfe, così come altre creature -più o meno antropomorfe- abitavano i corsi d’acqua… Insomma, nell’antichità tutte le acque possedevano uno spirito.

Personaggi acquatici. La mitologia, che è il riflesso della mentalità e del sentire tipico di un preciso periodo storico, viene spesso ripresa dalla letteratura che ne utilizza i personaggi adattandoli alle proprie necessità narrative. Questo processo è stato decisamente frequente per le creature acquatiche… Gli spiriti delle acque dolci, in partenza ninfe, si ritrovano ad essere fate nelle fiabe moderne (laddove la dimensione acquatica ne segna anche l’Alterità, lo stacco rispetto la natura umana). L’acqua, mondo misterioso e pieno d’insidie diventa perciò la prova da superare per riuscire a mettersi in contatto con queste creature, che nei romanzi diventano spesso e volentieri le amanti dell’eroe; ma questo avviene, si noti, solo quando sono esse a decidere di mostrarsi agli umani: l’apparizione della fata/ninfa a qualcuno era in origine il segno del carattere speciale della persona stessa.

L’acqua in storia delle religioni. Lo storico delle religioni Mircea Eliade scrive a proposito dell’acqua che è: “Principio dell’indifferenziale e del virtuale, fondamento di ogni manifestazione cosmica, ricettacolo di tutti i germi, le acque simboleggiano la sostanza primordiale da cui nascono tutte le forme, e alle quali tornano, per regressione o cataclisma. Le acque furono al principio, e tornano alla fine, di ogni ciclo storico o cosmico; esisteranno sempre, però mai sole, perché le acque sono sempre germinative, e racchiudono nella loro unità indivisa le virtualità di tutte le forme.”
L’acqua è infatti al principio di tutte le cosmogonie, è viva, si agita e si muove ed è presente lungo tutta l’evoluzione della storia mitica: essendo presente dall’inizio e per sempre, diventa il simbolo della Vita. Se dall’acqua e dalla pioggia nasce la vita, per estensione le sono doppi tutti gli animali acquatici e, in questo modo, pesci e mostri marini diventano emblemi del sacro, veri sostituti della Vita. Dragoni, serpenti, pesci e delfini sono simboli dell’acqua: possiedono in sé la forza sacra degli abissi in cui dimorano, dormono in fondo a laghi e attraversano fiumi, distribuendo pioggia e umidità e regolando così la fecondità del mondo.

Acqua e preistoria. Il culto delle acque era presente in Europa prima dell’arrivo degli Indoeuropei e sappiamo essere noto a Omero grazie agli episodi in cui gli eroi dell’Iliade sacrificano vittime ai fiumi, i quali hanno talvolta sembianze antropomorfe, ma più sovente di tori. Le figure divine greche legate all’acqua e al mare sono molteplici e multiformi; come l’elemento che governano sono capricciose e al contempo benevole e crudeli, proprio come il mare. Hanno una particolare connessione con l’origine del mondo che le rende distaccate dal tempo, dalla storia e al destino in generale.
Appare evidente come l’acqua fosse importante per la vita dell’uomo e, accanto ai residui della venerazione di spiriti acquatici, potremmo domandarci se esistano tracce materiali di un suo culto arcaico. Un esempio risiede nella topografia: le ricerche sul campo permettono ancora di ritrovare nomi di luoghi in cui si può riscontrare una credenza o una pratica legata all’acqua. Prove tangibili di tali credenze sono i ritrovamenti archeologici di oggetti votivi anticamente gettati nell’acqua, spesso armi; anche le incisioni rupestri a volte raffigurano animali acquatici (abbiamo visto precedentemente come il tema degli uccelli acquatici sia un tratto che notoriamente indica l’acqua quale fonte di vita già a partire dal Paleolitico). Si ritiene inoltre che anche le misteriose coppelle incise sulle rocce alpine servissero a far colare l’acqua, ma purtroppo non vi sono certezze in merito.

Nel corso del mese di maggio avremo modo di parlare di alcune figure mitologiche legate a questo elemento… non perdetevi questo appuntamento!