La nemesi del cavallo solare, spesso associato al predominio indoeuropeo sugli antichi culti autoctoni del continente europeo, ormai l’abbiamo capito, pare proprio essere il toro lunare.
I violenti centauri sono l’opposto della creatura, unica nel suo genere in realtà, a metà tra l’umano e la natura di bovide: il Minotauro.
“Mostro con corpo di uomo e testa di toro” lo definisce l’enciclopedia, per poi specificare come esso fosse una creatura eccezionale, non dalla natura sovrannaturale quasi divina, come risultano essere -appunto- i centauri o le sirene, ma nato da un abominio, l’unione tra la regina di Creta e un toro.

Una nascita speciale, si è detto, come lo sono sempre quelle degli (anti)eroi: per punire il re Minosse, il dio Poseidone fa innamorare follemente la regina Pasifae di un animale e da questo accoppiamento nasce l’essere impossibile, il Minotauro.
Mino-tauro significa “il toro di Minosse”, ma chi era? Sappiamo che il patrigno lo fece rinchiudere in un labirinto, perché nessuno potesse vedere il frutto dell’orrendo tradimento della moglie; si diceva inoltre che gli venissero sacrificati periodicamente fanciulli e fanciulle. La leggenda vuole che il Minotauro se ne cibasse, ma siamo di fronte alle vecchie storie greche che puzzano un po’ di bufala (decisamente appropriato).

La famiglia di Minosse aveva sempre avuto un rapporto… particolare con i bovini. Già la regina madre Europa, proprio colei che dà il nome alla nostra terra ampiamente intesa, era stata sedotta da Zeus, che le si era avvicinato sotto forma di un magnifico toro. L’enciclopedia di sopra c’informa che il dio appariva come “un toro di un candore abbagliante, dalle corna simili a un quarto di luna”. Lo stesso Minotauro manterrà un tratto celeste nel suo aspetto, “spesso rappresentato col corpo cosparso di stelle, a far segno della sua sacralità e di un legame con il mondo astrale” (Comba, Amateis). Pasifae, “la splendente”, che nel mito passa per essere principalmente un’adultera, era in realtà figlia del dio del Sole e sorella di Circe, i natali del Minotauro erano perciò tutt’altro che umili.

Le varie coppie donna-toro che si presentano in questa complicata vicenda (Europa e Zeus-toro, Pasifae e il toro di Poseidone, il Minotauro e Arianna) sono forse tutto ciò che ci resta dell’antica ierogamia tra una divinità della terra/solare e il toro celeste/lunare, portatore di pioggia fecondante; legato al tema dell’acqua è l’uomo-toro, dal corpo animale e testa umana, che raffigurava nell’antica Grecia le capricciose e furiose divinità fluviali (e ancora il Tevere, nell’Eneide, è detto cornigero fiume: il corso d’acqua munito di corna era un’immagine ancora vivida nel mondo romano).

Il Minotauro è noto principalmente per la sua uccisione da parte di Teseo, eroe ateniese.
Eroe andrebbe qui virgolettato perché, è possibile che questa vicenda alluda a qualche rituale di iniziazione, ma vi sono studi secondo cui la storia del Minotauro sarebbe, al pari di quella di Medusa, l’immagine degli dei maschili che s’impongono sulla religione della dea: nel nuovo “violento ecosistema mitologico” le antiche divinità si tramutano in pericolosi mostri assassini (Strand).

Creta, culla di questo mito, non aveva fortificazioni, sull’isola non ci sono tracce di violenza né guerra e la morte non era mai ritratta nell’arte… laggiù l’immaginario mitico non prevedeva scenari sanguinosi, ma danze sacre. E protagonista era il toro.
Forse Arianna non era la sorella del Minotauro, ma la sua compagna, assieme a lui governava l’isola e risiedeva in un palazzo a forma di labirinto (che il labirinto simboleggiasse i dedali dei palazzi cretesi è ormai opinione diffusa tra gli storici) e presso cui giungevano giovani da tutta la Grecia per apprendere l’antica religione, diventandone sacerdoti e sacerdotesse, non vittime.

Teseo che abbatte il Minotauro -a pugni, tra l’altro- distrugge ideologicamente un’intera cultura così come cavalieri, santi e guerrieri che uccidono draghi, mostri, Gorgoni annientano la devozione alla terra e gli dei lunari del mutamento, portatori di equilibrio tra la sfera umana e quella del mondo divino, per sottometterli a divinità celesti e lontane.
E per dimenticare più facilmente il dio taurino dal corpo stellato, capace di guidare l’umanità come la stella polare, del Minotauro venne anche dimenticato il suo nome.
Egli era Asterione, ossia “lo Stellato”.

Per approfondire.
Una riflessione sulla figura del Toro lunare.
Un’occhiata al centauro, nemesi simbolica del toro lunare.
“The Flowering Wand” il libro di Sophie Strand sopra citata.
Ulteriore citazione è tratta da “Le porte dell’anno: cerimonie stagionali e mascherate animali” di Enrico Comba e Margherita Amateis. L’Enciclopedia consultata è Le Garzantine – Mitologia.