Nel giro di qualche anno si tengono nella Milano di fine Trecento due processi: le imputate sono Sibilla (forse errata trascrizione di Sibilia) Zanni e Pierina Bugatis e, anche se nessuno le definì mai davvero così, fu con loro che iniziò di fatto il fenomeno della caccia alle streghe. Nel 1384 dichiararono in sede inquisitoria di far parte fin da molto giovani di un gruppo segreto di donne, uomini -sia vivi che morti- e animali con cui s’incontravano tutte le notti tra giovedì e venerdì alla presenza della sovrannaturale Madama Oriente. Questa figura, nota anche come Signora del Gioco (personaggio ancora presente nel folclore lombardo), è stata studiata da Carlo Ginzburg nella sua Storia notturna ed è accostata da alcuni studiosi alle antiche dee continentali della fertilità.

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Il tema della dualità è emersa in maniera molto forte nella storia di Sibilla e Pierina. Tanto per cominciare erano in due, ma duplice era anche il loro incedere in questo mondo: se nella vita di tutti i giorni il loro ruolo era sostanzialmente quello di donne del focolare, era poi nella dimensione notturna che realizzavano la loro vera natura; potremmo anche immaginare che di giorno fossero delle persone comuni, delle donne del 1300 italiano, appartenenti ad una classe sociale non particolarmente elevata e dunque ben lontane dal ricoprire qualsiasi incarico prestigioso agli occhi degli altri. Era la notte il momento in cui potevano prendersi una rivincita su quella vita che non aveva riservato loro particolare fortuna (o almeno, questo è quello che ho immaginato io)… di notte infatti Sibilla e Pierina diventavano due donne importanti, degne della fiducia e della lealtà di una creatura sovrannaturale, di cui potevano godere la compagnia e condividere gli straordinari poteri come volare e alterare il normale corso delle cose: la dualità che si esprime tra la dimensione domestica e quella stregonica è quindi accostabile a quella del giorno e della notte. Sono comunque due universi che dialogano fittamente tra loro perché, se i poteri delle due streghe provenivano dall’ambito notturno, è pur vero che manifestavano tutti i loro effetti nel quotidiano.

E il quotidiano di Sibilla e Pierina era una vita semplice, perciò -anche se la tentazione d’inserire elementi fantasy era fortissima- abbiamo optato per vestirle in maniera piuttosto realistica, esprimendo la dualità citata sopra attraverso il colore degli abiti in contrasto tra loro. Ho fatto una breve ricerca storica sulla moda italiana del 1300 e non mi aspettavo certo delle scollature così profonde! Il dramma dello storico è poi la consapevolezza che raramente i reperti di cui disponiamo corrispondono effettivamente alla realtà diffusa (per dire, sappiamo tutti che la moda di ogni epoca, raffigurata in quadri e affini, è quella della classe aristocratica o abbiente: mica le popolane parigine del 1700 andavano a lavare i panni con le parrucche inamidate, anche se sono presenti in ogni volume di storia del costume come “Moda ai tempi del Re Sole”)… per ovviare a tutto ciò ho pensato di utilizzare per gli abiti il panno di feltro, materiale antico e non troppo sfarzoso, e di dotare Sibilla e Pierina di due copricapo ispirati a quelli dell’epoca, ma in tonalità meno appariscenti; nel 1300, a quanto pare, amavano i forti contrasti cromatici, come rosso accostato a blu!

Parlando dei copricapo il più realistico è quello marrone, che ho realizzato lavorando il feltro termoformabile, ma che anticamente era quasi di certo ottenuto con una pesantissima inamidatura dei tessuti, poiché poggiava sulla testa senza apparenti chiusure o nastri. Quel che è certo è che i capelli delle donne sposate andassero coperti, e spesso sotto erano anche tagliati corti, perché una chioma lunga e sciolta era sinonimo di sensualità e, in quanto tale, riservato alle giovani in età da marito. Un’ultima cosa da dire riguarda il ciondolo che le due portano al collo: si tratta di una licenza che Lucia ed io abbiamo deciso di prenderci per legare tra loro le due streghe, quasi si trattasse di un talismano simbolo dell’appartenenza alla congrega di Madama Oriente, ma poi -ormai dovreste conoscerci- ci siamo lanciate in voli tanto pindarici quanto nerd e abbiamo deciso di dotare ognuno dei protagonisti delle nostre future avventure stregonesche di una pietra precisa, con il suo significato originale. Per Sibilla e Pierina abbiamo scelto il tarnif mitico minerale dal colore bianco che nessuno ha mai realmente visto ma che, stando ai lapidari medievali, donava tra gli altri il potere di volare (anche se solo per tre giorni ogni mese lunare!).