Un essere umano con delle corna poste sul capo era, nell’antichità, certamente una divinità.
L’avvento del Cristianesimo rovesciò queste credenze e le corna diventarono simbolo del Male e prova della presenza diabolica. Non solo: anche il mescolarsi di tratti animali e umani (= metamorfosi, la capacità di mutar forma e di trasformarsi), finì per essere considerato un tratto demoniaco e malefico. Ma cosa significava indossare le corna e da quando l’umano ha iniziato a concepire i suoi dei con questo aspetto?

La cornucopia o “corno dell’abbondanza”. Ancora oggi è di buon auspicio e una portafortuna, ma qual è la sua origine? In tutta la storia antica il corno era simbolo di fertilità e ricchezza, si credeva che la forza generativa, derivante dal mondo animale, si potesse riversare sui raccolti, sulle comunità umane e sulla sorte delle singole persone. Tale concezione derivava dall’epoca preistorica, quando le prede più ambite -perché di grandi dimensioni- erano proprio quelle dotate di corna… queste creature restituivano un’idea di forza e fertilità e le corna ne erano l’emblema per eccellenza; con la domesticazione, gli animali cornuti sono diventati i compagni che dividono lo spazio della fattoria e si pensa che i primi attrezzi agricoli (zappe e aratri) fossero fatti con corna animali, per concretizzare nel gesto di penetrare la terra -rendendola fertile- proprio questa credenza.

Diventare il dio cornuto. Riteniamo che i cacciatori paleolitici considerassero tutti gli esseri viventi (umani e non) come parte di una stessa soggettività che si distinguevano solo dalla forma corporea che assumevano: chi possedeva la capacità di mutare aspetto e trasformarsi in qualcos’altro per acquisirne poteri e caratteristiche (come ancora si riscontra nelle cosmologie indigene americane e siberiane) erano gli sciamani e le sciamane. Si cambiava pelle, entrando in un diverso contenitore corporeo, e ci si trasformava, stando all’arte preistorica delle caverne, di preferenza in esseri cornuti. Tenendo conto che le figure di ibridi antropomorfi sono comunque rare e isolate, esistono alcuni esempi noti. Il Grande Stregone della grotta di Les Trois Frères -Ariège, Francia- con testa di cervo dalle grandi corna, faccia di gufo, orecchie di lupo e lunga barba, zampe d’orso e coda di cavallo risale a 15.000/12.000 anni fa. Secondo alcuni si tratterebbe di uno spirito protettore degli animali; secondo altri uno sciamano in costume rituale oppure colto nel momento della trasformazione. Nella stessa grotta si trova inoltre un danzatore che suona il flauto mascherato da bisonte (uomini e donne-bisonte, si trovano in altre grotte).

Indossare le corna. In Italia si segnala un frammento di roccia di circa 35.000 anni fa, rinvenuto a Fumane (Verona), dipinto con una figura umana schematica dal capo ornato di grosse corna, una delle testimonianze più antiche di ibridi animali. Proveniente dal riparo di Laussel -Dordogna, Francia- è la cosiddetta “Venere con il corno”, una scultura in bassorilievo raffigurante un personaggio femminile risalente a circa 25.000 anni fa: interamente rivestita di ocra rossa, tutti gli aspetti del corpo legati alla capacità riproduttiva sono messi ben in risalto (seni, ombelico e ventre)… regge in mano un corno di bisonte. Infine, in un’epoca precedente la coltivazione della terra (ovvero il Mesolitico, circa 10.000 anni fa), nell’attuale sito archeologico di Star Carr -Yorkshire settentrionale, Gran Bretagna- si indossavano maschere con corna ricavate dalla calotta cranica dei cervi: i teschi venivano lisciati all’interno e si praticavano due fori per ottenere gli occhi. Il rinvenimento di una ventina di queste maschere lascia supporre che il luogo fosse teatro di rituali collettivi che potrebbero essere all’origine dei cortei mascherati e delle danze, attestate in Gran Bretagna dal Medioevo a oggi come la Horn Dance, di personaggi che indossano palchi di cervo. Queste mascherate, analogamente a quelle natalizie e carnevalesche diffuse in tutta Europa, sarebbero, secondo l’ipotesi di Carlo Ginzburg, il residuo di antiche pratiche sciamaniche che prevedevano trasformazioni rituali in animali.

Per vedere i reperti:
Lo Stregone della grotta di Les Trois Frères.
Il suonatore di flauto della grotta di Les Trois Frères.
Lo sciamano dipinto di Fumane.
La Venere con il corno.
Le maschere rituali di Star Carr.
La Horn Dance (linkata da un vecchio articolo sulle mascherate animali).