Per il mese di maggio Lucia, sapendo che volevo trattare il tema dell’acqua (l’ho fatto con il post sulle sirene e -spooooiler!- anche per la prossima puntata de La storia nella roccia), mi ha proposto la storia di una giovane scozzese convinta di avere a che fare con spiriti risiedenti oltre le splendide cascate del suo luogo di nascita.
Secondo Bessie a istruirla e insegnarle la magia sarebbe stato un elfo dal nome Tom Reid, ma se leggerete tutta la storia su Una penna spuntata vi accorgerete, come forse state dubitando, che le cose non stavano esattamente così…

Leggi QUI la storia di Bessie e poi torna qua per scoprire tutti i dettagli di realizzazione della sua bambola!

Abito d’artista. Questa volta comincio con il descrivervi la bambola, perché -come sempre- recuperare delle informazioni sul suo possibile abbigliamento non è stato facile. Lucia mi ha fornito il nome di un pittore, tale Joachim Beuckelaer, che realizzò i suoi lavori proprio nel periodo in cui si svolgeva la vicenda di Bessie, quindi abbiamo ritenuto tutto sommato storicamente accettabile ispirarci ai personaggi ritratti nei suoi quadri. L’opera principale di Beuckelaer si compone di una serie di quattro quadri, che rappresentano scene di vita molto comune (il mercato, per intenderci), declinate però nelle accezioni degli elementi: quindi uno dedicato all’aria, al fuoco e via dicendo. Ho guardato con occhio attento quello dedicato, ovviamente!, all’acqua e -mentre in primo piano compaiono i pescivendoli- la mia attenzione è caduta su alcune donne che stanno in disparte; successivamente ho notato che figure simili sono presenti in ognuna delle tele perciò, affascinata anche dal loro aspetto, mi sono lasciata ispirare e ho cercato di ricreare il costume dal lungo abito e dal tipico velo nero sul capo. C’è da dire però che, leggendo le note ai quadri, ho scoperto che il pittore ha usato dei pigmenti che si sono deteriorati col tempo, falsando un po’ la nostra percezione: quelli che oggi ci appaiono grigiastri e smorti, erano un tempo molto più vivaci (“The appearance of all four pictures has been seriously affected by the deterioration of an unstable blue pigment called smalt, which Beuckelaer used for skies and garments. The skies are now greyish-cream not blue, and clothes were originally a variety of purples and blues”). Da qui l’idea di far indossare a Bessie un vivace giallo zafferano.

Sporco farina. L’abito di Bessie è sporco di bianco: si tratta della farina che le è rimasta sulle vesti dopo essere stata nel mulino del marito… La vicenda inizia infatti in un momento buio della vita della nostra protagonista, reduce da un parto andato male, con un altro figlio piccolo e con il marito, mugnaio appunto, malato. La fatica e l’incertezza per il futuro sono perciò la molla che fanno scattare la disperazione della ragazza, che troverà insperato supporto nel suo sovrannaturale amico. Ogni volta che affrontiamo una nuova Masca, non posso fare a meno di pensare che si tratti quasi sempre di persone umili (eccetto l’aristocratica Alice Kyteler) che dalla vita desideravano una rivincita sia pratica, lontano dalla fatica del lottare ogni giorno per sopravvivere, ma anche persone alla ricerca -forse- di un posto nel mondo. Un riscatto che passava per la stima delle persone che le circondavano, una rivincita che spesso non è andata a finire bene. Anche Bessie stava cercando una via di fuga dalla vita grama del mulino? Oppure decise di mettere al servizio della comunità le sue nuove conoscenze per spirito, diciamo, di condivisione? Non lo sapremo mai… quello che sappiamo è che, anche in questo caso, i suoi talenti la condussero alla condanna per stregoneria.

Il pendaglio. E anche questa volta, lo so, Lucia si è sbizzarrita per trovare un suggerimento curioso riguardante la pietra da assegnare alla Masca del mese: ebbene si tratta (nelle nostre intenzioni) di una Hagstone. Che cos’è mai? Non ne avevo la più pallida idea neppure io, ma è un particolare tipo di pietra che presenta dei fori creati naturalmente dall’azione erosiva dell’acqua, nostro tema per questa bambola. Secondo il folclore si tratterebbe di oggetti particolari dotati di proprietà curative, fertili e protettive e la leggenda le ritiene mezzi attraverso cui mettersi in contatto con il mondo delle fate poiché, proprio guaradando attraverso i fori di questi sassi, sarebbe possibile vedere il loro mondo. Ovviamente non ci è stato possibile reperire una di queste Hagstones (così piccola, poi!) ma mi ha fatto sorridere il fatto di possederne, raccolte da piccola in riva al mare… è proprio vero che, quando un oggetto appare diverso dal solito, stuzzica la fantasia e la curiosità di Homo sapiens… pensate che gli uomini primitivi hanno portato conchiglie e sassi marini nel bel mezzo dell’Europa continentale, affascinati dalla loro forma insolita. Chissà quali sarebbero state le storie che avrebbero raccontato su quegli oggetti curiosi… forse tanto straordinarie quando il mondo delle fate e degli elfi che Bessie credeva di aver visitato con l’amico Tom.