Ieri abbiamo parlato delle spezie che ci riportano al periodo natalizio, ma potremmo far entrare nella consuetudine dei regali di Natale anche aromi freschi e piante essiccate.
Un’idea speciale potrebbe essere realizzare delle bustine di stoffa con le erbe del proprio giardino, usando i colori della stagione e i simboli del Natale. Anche i cuscini imbottiti di erbe aromatiche saranno un regalo gradito, così come piantine in vaso da conservare sul davanzale della cucina. Ma quali scegliere?

Il basilico è noto come erba culinaria, ma sembra possedere anche alcune proprietà magiche: nei paesi del Mediterraneo, è sparso sui pavimenti per purificare una casa e regalarne un vaso porta fortuna a chi si trasferisce in una nuova abitazione. Il suo nome potrebbe derivare dal greco basileus, ovvero re, perché il suo odore sarebbe degno della casa di un reale. In alcune culture lo si associa agli scorpioni, che sarebbe in grado di attirare, e addirittura che l’odore potesse farne crescere nel cervello. In altri paesi il basilico sarebbe considerato qualcosa che i veri uomini non consumano, perché associato agli infusi per alleviare i dolori mestruali dolorosi. Molto facile da coltivare è però sensibile al freddo, quindi meglio regalarlo essiccato a Natale.

L’uso della camomilla è documentato già per l’antico Egitto, ma il suo massimo splendore è vincolato ai giardini di campagna inglesi dove divenne estremamente popolare. Si tratta di un’erba per tutti gli usi… La camomilla è conosciuta come un’erba di purificazione e protezione e può essere utilizzata negli incensi per il sonno e la meditazione. Nella tradizioni magiche popolari del Sud America è conosciuta come un fiore fortunato: portarne un po’ in tasca attirerebbe la fortuna.

La lavanda è spesso utilizzata per portare calma e pace: per dormire bene la notte si può imbottire un cuscino con rametti di lavanda o si possono mettere delle gocce di olio nell’acqua del bagno. L’uso della lavanda è documentato da migliaia di anni proprio per profumare l’acqua dei bagni e per spargere sui pavimenti di templi e case. Viene coltivata in Inghilterra a partire dal 1560 circa e William Shakespeare la menziona nei suoi scritti. In medicina, la lavanda ha molti usi e gli erboristi inglesi ne nascondevano un po’ nel berretto per curare il mal di testa, mentre l’olio veniva utilizzato per mantenere le ferite pulite ed evitare infezioni.

L’origano è celebre in cucina, per questo è amato dai giardinieri. La parola “origano”, che in realtà si riferisce a diverse varietà di piante, ha origine in Grecia combinando oros e ganos per significare “felicità di montagna”: gli antichi greci incoronavano le coppie di sposi con rami di origano per augurare gioia nel matrimonio… in seguito appresero che ha anche un largo uso medicinale poiché impacchi di origano alleviano il fastidio di punture di insetti e articolazioni doloranti. In alcune tradizioni di magia, in particolare quelle originarie dell’Italia e delle aree mediterranee, l’origano viene utilizzato per la protezione.

La menta piperita potrebbe essere stata coltivata già dagli antichi egizi, di certo la troviamo negli scritti di Plinio, secondo cui greci e romani la usavano per decorare le loro tavole da banchetto oppure ne aromatizzavano molti cibi. Durante il Medioevo, i saggi monaci erboristi, usavano foglie di menta piperita per lucidare i denti e, più o meno nello stesso periodo, i produttori di formaggio scoprirono che circondare le forme di formaggio da stagionare con foglie di menta teneva alla larga i topi. Nella cucina mediterranea e mediorientale è diffusissima; si può usare perciò per condire agnello, curry, cuscus o verdure, ma è una pianta invasiva… meglio regalarla in vaso!

Il rosmarino era ben noto agli antichi: era un’erba celebre per rafforzare la memoria e aiutare il cervello e, alla fine, divenne anche simbolo della fedeltà tra innamorati e un regalo apprezzato e diffuso ai matrimoni. Il rosmarino veniva spesso coltivato negli orti, soprattutto per accompagnare selvaggina e pollame, quindi utilizzato nel vino e nei liquori… ma anche come decorazione natalizia! I sacerdoti romani lo usavano come incenso nelle cerimonie religiose e molte culture lo utilizzano come protezione dagli spiriti maligni. In Inghilterra, veniva bruciato nelle case di coloro che erano morti per malattia e posto sulla bara prima che la tomba fosse piena di terra.

L’abitudine di bruciare la salvia per purificare e pulire uno spazio è nota da sempre: gli antichi bruciavano rametti secchi di salvia nei templi durante i rituali religiosi e per greci e romani il suo fumo donava saggezza e acutezza mentale. Nel decimo secolo, i medici arabi affermavano che la salvia portasse l’immortalità, o per lo meno una vita lunga e sana, mentre in Inghilterra, i servitori della famiglia reale del diciassettesimo secolo più prosaicamente spargevano una miscela di salvia e lavanda sui pavimenti della corte per mascherare l’aroma della vita quotidiana. Si portano foglie di salvia nel portafoglio o nella borsa per facilitare un guadagno finanziario ed esprimere un desiderio, scriverlo su una foglia di salvia, nasconderlo sotto il cuscino e sognare proprio quello nelle successive tre notti, ne garantirebbe la realizzazione. Vero o no, la salvia è un’ottima aggiunta alla dispensa e certamente un regalo gradito.

Il timo era chiamato dai greci thymos, ovvero “fumo, fumigare” ed era associato al valore in battaglia e al ripristino del potere fisico. I soldati romani erano noti per fare il bagno in un decotto di timo prima di entrare in combattimento, per aumentare la forza e il coraggio. I sumeri lo usavano come antisettico, in Egitto era una delle erbe che veniva usata nel processo di mummificazione e ancora oggi è popolare tra gli aromaterapisti per la sua capacità di curare disturbi respiratori e tosse. In alcune culture, il timo è associato alla terra dei fae, il piccolo popolo della tradizione celtica, simbolo dell’impronta magica di questa pianta.