Un’usanza tradizionale dell’Europa continentale chiamata Yule Log (letteralmente “ceppo di Yule”) vede la sua origine nella fredda Norvegia precristiana, dove l’inverno era anche decisamente buio e dove era palpabile l’angoscia per la progressiva sparizione del sole all’orizzonte. Pur intuendone la spiegazione astronomica, si trattava di un’esperienza fortemente emotiva (era credenza popolare che il sole fosse una gigantesca ruota di fuoco che rotolava via dalla terra, per poi tornare indietro nel solstizio d’inverno) e concretamente decisiva per la salvezza umana dipendente dai raccolti e dalla sopravvivenza di flora e fauna: le lunghe ore di buio contribuirono a sviluppare un esteso corpus di riti propiziatori e protettivi, tra cui quella del ceppo. Anticamente dunque veniva issato, la notte del solstizio d’inverno, un tronco gigante sui focolari norvegesi per celebrare il ritorno annuale del sole: non era solo il giorno più breve dell’anno, ma anche la notte più lunga e ci si doveva debitamente preparare per affrontare questo momento tragico. Il padrone di casa cospargeva il tronco con libagioni di idromele, olio o sale e, una volta che il ceppo era completamente arso, si raccoglievano le ceneri dal focolare che venivano sparse in casa per allontanare dalla famiglia gli spiriti malevoli.
Con la diffusione del cristianesimo, la tradizione del ceppo di Yule venne integrata nelle festività della vigilia di Natale. In alcune zone della Provenza si è mantenuto un rito analogo, praticamente intatto dal Medioevo ai giorni nostri, conosciuto come Cacho-fiò: il giorno della vigilia viene posizionato nel caminetto un grosso ceppo di albero da frutta (tradizionalmente ulivo, ciliegio o mandorlo) che deve bruciare almeno tre giorni e tre notti. Con l’avvento del cristianesimo la tradizione ha acquisito poi alcune peculiarità -come fare tre volte il giro del tavolo apparecchiato con tre tovaglie diverse- per portare la Trinità in un contesto altrimenti esplicitamente pagano. Qui il più giovane della famiglia versa sul ceppo del vino, mentre il più anziano pronuncia una benedizione. Ogni zona della Provenza assegna un nome diverso alla tradizione del ceppo natalizio, esattamente come ogni regione della Francia ha un dolce particolare legato al periodo di Natale. L’invenzione della bûche de Noël, da noi noto col nome di tronchetto di Natale, va fatta risalire all’Ottocento, ma le versioni sono contrastanti… l’unica certezza che abbiamo è che la sua diffusione è cominciata dopo la Seconda guerra mondiale e che si tratta di una tradizione direttamente legata a quella del ceppo di Yule oggi diffusa in Francia, Belgio, Svizzera, Québec e praticamente in tutti i paesi francofoni sparsi nel mondo, compresi Libano e Vietnam ma nota ovunque (infatti il tronchetto si trova oggi in qualsiasi pasticceria nel periodo natalizio!).

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