Anticamente il rosso richiamava l’idea del sangue e del fuoco ma, prima di essere connesso per queste sue caratteristiche alla sfera guerriera, era anzitutto colore della vita; allo stesso tempo, il nero non aveva valenza negativa, era anzi un colore ctonio, legato alla fecondità del suolo. Proprio osservando l’evoluzione culturale del nero accanto al bianco, possiamo afferrare il grande cambiamento nella storia portato dal ribaltamento di due sistemi simbolici cromatici, quello preindoeuropeo e quello indoeuropeo.
Bianco vs. nero. La percezione che abbiamo oggi del bianco come colore benefico e di purezza è gran parte dovuta al Cristianesimo: Gesù appare come la luce del mondo e il bianco, colore del Cristo e della luce, diventa anche quello della gloria e della resurrezione (in contrapposizione all’Inferno che in quanto luogo d’oscurità viene immaginato nero; nero è anche il colore attribuito d’ora in avanti al Diavolo e se si tiene in considerazione anche il fuoco infernale, ecco spiegata inoltre la concezione assolutamente negativa della coppia nero-rosso).
Bianco osso. L’archeologa Marija Gimbutas ritiene che nelle comunità dell’Europa antica il colore della morte fosse il bianco, lo stesso delle ossa e opposto al sistema indoeuropeo, dove il bianco e il giallo erano colori del cielo splendente e del sole. Nel periodo paleolitico la morte poteva essere rappresentata anche solo da un osso con un triangolo pubico intagliato: era allora emblema della trasformazione di morte in vita, secondo la concezione ciclica del tempo e dove era un’unica divinità a dare la vita e a dare la morte. Se nel Paleolitico superiore il nudo rigido privo di fattezze corporee era simbolo della morte, il suo erede è il nudo rigido dell’Europa Antica realizzato in materiali che ne hanno lo stesso colore: pietra chiara, osso, alabastro, marmo.
La Bianca Signora. L’evoluzione ultima del nudo rigido preistorico è la figura della Bianca Signora di origine neolitica, ovvero la morte immaginata come una magra e alta donna vestita di bianco… Essa non venne, come scrive Gimbutas, “trasformata in un Dio nero di Morte indoeuropeo. L’uso dell’osso e dei colori bianco e giallo come simboli di morte restò nelle credenze europee al fianco dell’uso del nero, colore della morte nelle religioni indoeuropea e cristiana”. Nell’immaginario collettivo odierno della Bianca Signora sono sopravvissute la sua personificazione dell’inverno e di Madre dei morti, trasformandola in una vecchia strega notturna e tipica del periodo freddo.
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