Terzo anno in cui ho il piacere di dedicare un po’ di spazio del mio blog alla Giornata dell’albero!
Nel 2020 ho raccontato su Instagram gli alberi più importanti della cultura europea (o meglio, di alcuni dei tanti!) grazie anche ad altre voci… Ho poi replicato nel 2022 più o meno con gli stessi strumenti e con un progetto denominato Arborea, facendo un intervento sulle ninfe (entrambe le cose visibili qui).
Quest’anno, proprio sulla scia di quest’ultimo argomento, vorrei distaccarmi dalla celebre area tematica della mitologia greca e romana e osservare come i medesimi topos leggendari si siano adattati al resto del continente europeo.

Doverosa premessa. Se però siete digiuni di mitologia greco-romana facciamo un breve accenno ai più celebri protagonisti sovrannaturali dei boschi. Tre sono le divinità che per i Greci erano legate alla foresta, che sono poi le stesse tre figure che presiedono ai luoghi selvatici in contrapposizione alla civiltà della polis, dunque entità liminari e non completamente esenti da sfaccettature ambigue: Dioniso, Artemide e Pan. Per ognuno di loro si può cliccare il nome che vi darà accesso a un approfondimento, ma in questa sede vi basti sapere che ad essi si accompagnava un corte di ninfe. Chi sono le ninfe? Le abbiamo citate sopra e, possiamo dedurre dalla cultura generale le loro caratteristiche principali: sono giovani, vergini, nate da qualche essere sovrannaturale (spesso primigenio) e rispondono al volere di Artemide. Si tratta infatti di creature femminili che presiedono o comunque sono connesse agli elementi naturali, acqua, montagna, foreste…

La loro origine. Si ritiene che queste figure, non completamente divine né del tutto immortali, siano un residuo culturale di una precedente credenza… Nella fattispecie si suppone che siano ciò che resta dei culti locali alla Dea Terra, inserite in quel meccanismo di sopravvivenza religiosa del culto neolitico di un’unica dea poi frammentato nelle varie divinità femminili presenti nelle principali credenze dell’Europa antica. Il forte legame con un particolare elemento naturale (un fiume, una montagna, una fonte) ha fatto sì che il loro carattere fosse necessariamente locale e, di conseguenza, non potendo ostentare l’universalità tipica delle grandi dee, sono diventate delle creature a metà strada tra il divino e l’umano. Il Medioevo europeo ne ha fatto streghe, fate e sirene… ma siamo sicuri che nel folclore non ce ne siano altre?

Qualche esempio. Nei racconti registrati nell’Ottocento, quando finalmente si risvegliò l’interesse per il folclore anche delle zone continentali e settentrionali d’Europa (svantaggiate, rispetto al Mediterraneo, per essere carenti di materiale scritto, secondo la tradizione orale delle culture celtica e germanica), si scoprirono racconti simili a quelli tramandati moltissimo tempo prima dalle penne di autori greci e latini. Tra le figure più interessanti ci sono le Waldmütter tedesche (lett. Le Madri del bosco): il loro corrispettivo classico sono le Amadriadi, particolari ninfe che non solo erano legate a qualche albero in particolare, ma ne condividevano la medesima sorte: in entrambi le aree culturali è riportato il topos della ninfa/Waldmütter che prega il boscaiolo pronto ad abbattere l’albero poiché, un volta tagliato il tronco, anch’ella morirà. Sempre in ambito germanico ritroviamo poi le Holzfraülein (ragazze del legno) e le Moosfraülein (ragazze del muschio)… a queste ultime è attribuita la capacità di tingere d’oro il colore della vegetazione sul fare dell’autunno e si dice siano capaci di filare il muschio in morbidissimi gomitoli. Non appartiene al sostrato culturale -diciamo- italiano la credenza del Piccolo popolo di derivazione celtica, ma anche le Alpi ospitano le loro creature le quali però, dette Dame verdi o Dame grigie, possiedono caratteri che sfumano in quelli delle più celebri fate. Secondo gli studiosi è credenza antica che l’uomo discendesse in un certo modo dagli alberi, condividendone la natura e il destino, e forse tutti questi prodotti della fantasia, della necessità di piazzarsi in un luogo preciso del mondo per non veleggiare alla deriva di un’esistenza a volte senza senso, ci siamo dotati di una grande famiglia… che ci lega un po’ a genitori arborei, un po’ a nonni divini.