Realizzare questa Masca è stato piuttosto facile, perché -come potrete apprendere leggendo la sua storia completa QUI dalle parole di Lucia di Una penna spuntata- gli elementi che compongono la sua figura sono molti (e tutti davvero affascinanti!). Non la pensiamo così solo Lucia ed io, poiché nei secoli l’idea di questa strega si è letteralmente cristallizzata nell’immaginario collettivo (a fronte peraltro delle pochissime notizie certe che abbiamo sulla sua persona).

Com’era. Cominciamo dal suo aspetto fisico: nessuno sa quanti anni avesse, poiché non conosciamo l’anno di nascita né di morte… si presume storicamente che avesse circa una trentina d’anni quando rilasciò le sue confessioni. La donna non parla mai di bambini, quindi è legito immaginare che non ne avesse, quasi a riprova della sua reale relazione con Satana in persona (amante che frequentava nonostante fosse sposata con un uomo del posto). Era facile prevedere che idealmente diventasse un personaggio attraente e, infatti, viene solitamente presentata come una ragazza dai fluenti capelli rossi, abbigliata in maniera curata… Io ho ripreso i colori dominanti dei ritratti che Lucia mi ha fornito, il bianco, il rosso e il blu e ho cercato di combinarli in modo che la strega sembrasse il meno possibile una… strega. Qui sotto vi spiego il perché.

Il mondo di Isobel. Lucia ed io abbiamo avuto modo di parlare di Isobel e, così come tutti quelli che si sono imbattuti in lei, ci siamo interrogate sulla sua presenza di spirito: insomma, credeva davvero a tutto ciò che diceva (magari anche per effetti involontari, come hanno supposto alcuni studiosi e causati da un’intossicazione di qualche tipo) o era consapevole di raccontare fatti di sua invenzione? Delle varie ipotesi, io amo quella che la vuole creatrice di un mondo parallelo, sviluppato a partire dalla sua fantasia, per gioco, intrattenimento, per divertire le persone che ascoltavano le sue mirabolanti storie e che sia stata poi risucchiata da questo universo (diremmo oggi) alternativo. Il perché sia andata a raccontare certe stramberie in un tribunale inquisitorio è un mistero che purtroppo resterà insoluto, ma moltissimi lettori in tutto il mondo sono ancora affascinati dalle sue narrazioni su streghe, fate e diavoli…

Lepri e frecce. Ispirandomi ai ritratti che la dipingono con dei piccoli copricapo in foggia di lepre, proprio perché Isobel diceva di spostarsi dal mondo umano a quello fatato mutandosi in questo animale, ho deciso di esasperare le dimensioni della bestiola realizzando un accessorio che sia a metà strada tra un cappellino e una maschera (sul valore antropologico della maschera avevo parlato qui). Infine, non potevo non parlarvi della pietra scelta per questa masca. Ebbene, si tratta di una… pietra. Raccolta per strada, ma a simboleggiare gli Elfshot, amuleti ottenuti con punte di freccia neolitiche, che si trovano in quantità nei territori anglosassoni e che nel folclore locale sono attribuiti al popolo fatato; quindi capaci di colpire in maniera invisibile le persone causando infarti, artriti e dolori misteriosi in generale (pare che l’autore del Signore degli anelli avesse immaginato i suoi elfi come degli abili arceri a partire proprio da questa leggenda).
Curioso come, sia nel mio post che in quello di Lucia, venga nominato Tolkien, il maestro indiscusso del genere fantasy… chissà cosa si sarebbero raccontati lui ed Isobel, se avessero potuto incontrarsi?!