Babacio Bookclub
Per il 2025 ho scelto un fil rouge per il nostro bookclub: autrici femminili che, in un qualche modo, affrontano credenze, figure mitologiche, sguardo sovrannaturali sul nostro mondo.
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Questo breve, delizioso romanzo narra i primi tre anni di vita dell’autrice nel Giappone periferico della città di Kobe, alla fine degli anni Sessanta. C’è tutta la poesia e la stranezza della realtà nipponica, mediata non tanto dallo sguardo occidentale (nel senso di belga) dell’autrice -che all’epoca era appena una neonata-, quanto piuttosto “occidentale” nella lettura continuamente farcita di rimandi… biblici. Ed ecco perché ho scelto questo titolo per il mese di aprile, nella nostra carrellata di testi che parlano in qualche modo di divino e spiritualità, un libro che inizia con queste parole: “In principio era il nulla. E questo nulla non era né vuoto né vacuo: esso nominava solo se stesso. E Dio vide che questo era un bene. Per niente al mondo avrebbe creato alcunché. Il nulla non solo gli piaceva, ma addirittura lo appagava totalmente.” mi sembrava quanto meno appropriato.

La fantascienza è la nuova mitologia.
Rende i fatti difficilmente possibili, comunque possibili.
Prende situazioni, personaggi e luoghi, li comprime tra le mani, spingendo e strizzando come a infilare un pezzo di plastilina in una forma stretta.
Arrotola su se stessi i dati della scienza finendo per fargli dire ciò che vuole, crea mondi nuovi, pazzeschi, alcuni bellissimi… il più delle volte terrificanti.
E questo perché di mezzo c’è sempre l’uomo (sì, l’uomo… non l’Umano, proprio l’Uomo). Questa ossessione per la nostra specie come metro di paragone e giustezza dell’universo è assente nella mitologia. Il centro della mitologia -e più avanti (o accanto) della religione- è il sacro, sono gli dei, è Dio. La materia con cui costruire le storie non è la scienza, è la fede. Ma questa volontà di trovare la spiegazione meno scontata, meno ovvia, è la stessa.
Il collegamento tra il Babacio Bookclub di gennaio e questo è che le autrici dipingono dimensioni diverse, ma possibili. Ursula Le Guin passa per essere maestra di scrittura utopica, ma non saprei dire se Buffalo Gals fosse un racconto ucronico bello e buono (ucronia = modello, non negativo o né positivo, che descrive mondi alternativi in cui la storia si è svolta diversamente dalla nostra realtà) oppure un fantasy. Margaret Atwood senz’altro affresca un romanzo distopico inquietante… se la mitologia ha il difetto di raccontare il passato, che al massimo possiamo rileggere con occhi nuovi, la fantascienza ci lascia liberə di evitare che il terribile accada. È così?

“I mostri di questo libro fanno parte dei miti che hanno influenzato l’attuale cultura dominante man mano che veniva costruita. Queste sono le favole della buonanotte che il patriarcato racconta a se stesso”.
Il libro del Babacio Bookclub di febbraio è un saggio d’ispirazione femminista su alcuni dei più celebri mostri (femminili) greci che, in un qualche modo, influenzano ancora oggi la nostra società e la visione filtrata delle donne che ci vivono. Ogni personaggio è accostato a un sentimento, una particolarità che la lente sociale vede come mostruosi ma che spesso sono tali solo se appartengono a una figura femminile, mentre rientrano nella normalità di ciò che viene definito “maschio”. I personaggi analizzati nel testo sono in tutto 11, qui vi parlo solo di alcuni di loro e lo farò citando ampiamente Jess Zimmerman; tutti i virgolettati sono parole dell’autrice.

Ho scelto il racconto di Ursula K. Le Guin “Buffalo Gals, Won’t You Come Out Tonight” perché ho amato (e amato e amato) come sia riuscita a integrare l’universo mitologico dei Nativi americani in un racconto assolutamente contemporaneo.
Piacerebbe anche a me fare una roba del genere? Certo che sì, ma non inquietatevi: non ho velleità da romanziera nella mia carriera (ma di saggista forse sì?!).
Qui sotto ci sono le mie riflessioni… troppo lunghe, ma non sono riuscita a stringere! XD

Perché fare de “L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi” di Merlin Sheldrake un libro da bookclub?
Perché, come ho letto qua e là (non da ultimo, il retro della copertina), questo è un libro in grado di cambiare il nostro sguardo sul mondo.
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