Per il 2025 ho scelto un fil rouge per il nostro bookclub: autrici femminili che, in un qualche modo, affrontano credenze, figure mitologiche, sguardo sovrannaturali sul nostro mondo.
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Con tutta la calma che la caldazza d’estate impone, eccomi a presentarti ufficialmente il testo per il Babacio Bookclub di giugno (e ultimo prima della pausa estiva): La leggenda del Re di pietra di Silvia Bonino, un piccolo romanzo edito nel 2022 da Araba Fenice. Ti lascio a uno stralcio della prefazione a opera di Luca Mercalli:
“Il tempo della roccia, che – pur non essendo né indistruttibile né eterna – è però infinitamente più lento di quello dei formicolanti e inquieti bipedi comparsi sul pianeta appena trecentomila anni fa. E così il Re di pietra osserva immobile boschi, fiumi e pianure prendere forma e poi temporaneamente sparire sotto le glaciazioni, aggiornato sugli avvenimenti del mondo dai venti in viaggio dai quattro punti cardinali. Finché arrivano sulle sue pendici uomini, donne e bambini, una novità interessante e gradita dal nostro antico monte, almeno fin quando non diventano (soprattutto gli uomini, intesi come maschi) elemento destabilizzante della natura e della loro stessa società, attraverso la guerra e la predazione delle risorse naturali. E qui il cielo sopra il Monviso si offusca di strane e inspiegabili nubi a forma di fungo: spazzeranno via quella civiltà che per un attimo aveva illuminato la pianura di luci e di chiassose città. Non è uno scenario improbabile. Lo dice pure l’orologio della fine del mondo, il “Doomsday clock” elaborato già nel 1947 dagli scienziati che avevano concepito la prima arma nucleare per valutare quanto tempo mancasse al collasso dell’umanità. Dal 2020 le lancette dell’orologio non sono mai state così vicine alla mezzanotte…
Il Monviso è veramente una sentinella che avverte precocemente l’umanità del rischio climatico incombente. Ma il suo grido non è stato finora ascoltato e ora i suoi piccoli ghiacciai sono pressoché estinti, mentre alle conferenze internazionali si ripete insistentemente che siamo in emergenza climatica, ma non ci si convince una volta per tutte  a iniziare la cura disintossicante e a fare una pace duratura. Allora ben venga questa riedizione, per provare ancora una volta a fare intendere l’avvertimento del Re di Pietra agli uomini distratti, indifferenti e un po’ stolti: prestiamo fede alle sue sagge parole, egli ne sa certamente più di loro, avendo milioni di anni d’esperienza.”
Anche questo bookclub avrà un’ospite d’eccezione, che accoglieremo in questo spazio -con tranquillità geologica- ai primi di luglio!

Ave Mary – Michela Murgia

“Sottrarsi alla religione della cosmetica significa rifiutarsi di impedire la deriva distruttiva dell’esistente, farsi colpevolmente complici della sua entropia”… non nego di aver dovuto rileggere diverse volte queste righe prima di comprendere che dicevano una cosa che condivido molto: chi teme l’invecchiamento, lo vede solo come tappa che ci avvicina ogni giorno di più alla nostra dipartita da questo mondo. Sembra che l’industria cosmetica abbia trovato un doppio alleato nelle vendite dei prodotti ringiovanenti: la paura di morire associata agli effetti anzitempo della morte (un po’ come pulirsi la bocca con il tovagliolo prima ancora che sia stato servito il pranzo) sembra riuscire bene a svuotarci il portafogli. Alle donne non è stata inculcata solo la paura della morte, ma anche quella della vecchiaia (grazie al meccanismo patriarcale per cui la femminilità va di pari passo con la fertilità. E una donna vecchia e non più in grado di figliare è… inutile).
Tutte le figure folcloriche di megere brutte e cattive, vi dicono nulla?
Qui puoi inoltre rivedere la diretta dedicata ad Ave Mary che ho fatto in compagnia di Lucia “Una penna spuntata” Graziano, che ci ha regalato tante storie mariane… atipiche!

Metafisica dei tubi – Amèlie Nothomb

Questo breve, delizioso romanzo narra i primi tre anni di vita dell’autrice nel Giappone periferico della città di Kobe, alla fine degli anni Sessanta. C’è tutta la poesia e la stranezza della realtà nipponica, mediata non tanto dallo sguardo occidentale (nel senso di belga) dell’autrice -che all’epoca era appena una neonata-, quanto piuttosto “occidentale” nella lettura continuamente farcita di rimandi… biblici. Ed ecco perché ho scelto questo titolo per il mese di aprile, nella nostra carrellata di testi che parlano in qualche modo di divino e spiritualità, un libro che inizia con queste parole: “In principio era il nulla. E questo nulla non era né vuoto né vacuo: esso nominava solo se stesso. E Dio vide che questo era un bene. Per niente al mondo avrebbe creato alcunché. Il nulla non solo gli piaceva, ma addirittura lo appagava totalmente.” mi sembrava quanto meno appropriato.

Il racconto dell’ancella – Margaret Atwood

La fantascienza è la nuova mitologia.
Rende i fatti difficilmente possibili, comunque possibili.
Prende situazioni, personaggi e luoghi, li comprime tra le mani, spingendo e strizzando come a infilare un pezzo di plastilina in una forma stretta.
Arrotola su se stessi i dati della scienza finendo per fargli dire ciò che vuole, crea mondi nuovi, pazzeschi, alcuni bellissimi… il più delle volte terrificanti.
E questo perché di mezzo c’è sempre l’uomo (sì, l’uomo… non l’Umano, proprio l’Uomo). Questa ossessione per la nostra specie come metro di paragone e giustezza dell’universo è assente nella mitologia. Il centro della mitologia -e più avanti (o accanto) della religione- è il sacro, sono gli dei, è Dio. La materia con cui costruire le storie non è la scienza, è la fede. Ma questa volontà di trovare la spiegazione meno scontata, meno ovvia, è la stessa.
Il collegamento tra il Babacio Bookclub di gennaio e questo è che le autrici dipingono dimensioni diverse, ma possibili. Ursula Le Guin passa per essere maestra di scrittura utopica, ma non saprei dire se Buffalo Gals fosse un racconto ucronico bello e buono (ucronia = modello, non negativo o né positivo, che descrive mondi alternativi in cui la storia si è svolta diversamente dalla nostra realtà) oppure un fantasy. Margaret Atwood senz’altro affresca un romanzo distopico inquietante… se la mitologia ha il difetto di raccontare il passato, che al massimo possiamo rileggere con occhi nuovi, la fantascienza ci lascia liberə di evitare che il terribile accada. È così?

Sirene e altri mostri – Jess Zimmerman

“I mostri di questo libro fanno parte dei miti che hanno influenzato l’attuale cultura dominante man mano che veniva costruita. Queste sono le favole della buonanotte che il patriarcato racconta a se stesso”.
Il libro del Babacio Bookclub di febbraio è un saggio d’ispirazione femminista su alcuni dei più celebri mostri (femminili) greci che, in un qualche modo, influenzano ancora oggi la nostra società e la visione filtrata delle donne che ci vivono. Ogni personaggio è accostato a un sentimento, una particolarità che la lente sociale vede come mostruosi ma che spesso sono tali solo se appartengono a una figura femminile, mentre rientrano nella normalità di ciò che viene definito “maschio”. I personaggi analizzati nel testo sono in tutto 11, qui vi parlo solo di alcuni di loro e lo farò citando ampiamente Jess Zimmerman; tutti i virgolettati sono parole dell’autrice.

Buffalo Gals – Ursula Le Guin

Ho scelto il racconto di Ursula K. Le Guin “Buffalo Gals, Won’t You Come Out Tonight” perché ho amato (e amato e amato) come sia riuscita a integrare l’universo mitologico dei Nativi americani in un racconto assolutamente contemporaneo.
Piacerebbe anche a me fare una roba del genere? Certo che sì, ma non inquietatevi: non ho velleità da romanziera nella mia carriera (ma di saggista forse sì?!).
Qui sopra ci sono le mie riflessioni… troppo lunghe, ma non sono riuscita a stringere! XD

2024 > L’ordine nascosto – Merlin Sheldrake

Perché fare de “L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi” di Merlin Sheldrake un libro da bookclub?
Perché, come ho letto qua e là (non da ultimo, il retro della copertina), questo è un libro in grado di cambiare il nostro sguardo sul mondo.